mercoledì, aprile 05, 2006

ISIE second day

Seconda giornata parecchio interessante con finale a sorpresa di presentazione di tutti i poster in tre minuti nell’ambito della così detta poster madness che adesso sappiamo a cosa fa riferimento. Dopo la solita sontuosa colazione nella Great Hall oggi il tutto è iniziato alle 9:45. Dopo una breve introduzione di Richard Harper e Tom Rodden è salito sul palco come previsto Donald Norman. Il vecchietto è stato molto bravo nella esposizione ed ha raccontato in perfetto stile Norman tutta una serie di incidenti piccoli e grandi causati dal cattivo design degli oggetti. La tesi di fondo e che gli ambienti intelligenti non possono esistere perché non vi è una condizione essenziale che Norman chiama Common Ground. Un gruppo di artefatti possono avere un common ground così come un gruppo di persone ma un gruppo misto manca di questa caratteristica fondamentale. Interessante una delle domande (posta da Lucia Terrenghi - a smart girl) che ha messo in dubbio questa distinzione netta sottolineando come gli artefatti siano ormai da tempo immemorabile parte del Common Ground umano di cui Norman parla. Ho visto in guru vacillare un po’ anche se poi ha spiegato che lui parla di artefatti intelligenti e non sono di artefatti. Lo speech di Don Norman (un tipo tranquillissimo che si è fermato tutto il giorno rispondendo alle domande di chiunque) è stato seguito da una sessione denominata Concepts in human computer interaction. Molto teorico ma degno di nota l’ultimo dei tre interventi svolto da Alex Taylor di Microsoft Research che ha era teso ad evidenziare l’importanza del contesto per l’idea di intelligenza. Quello che è più interessante è il modo in cui questo ricercatore ha dimostrato la sua tesi ovvero mostrando una serie di filmati tratti da una ricerca di sfondo di stampo molto etnografico che è consistita nell’installare telecamere multiple in alcune auto-vetture per riprendere cosa accade durante gli spostamenti della vita quotidiana. Molto ben fatto e soprattutto molto visual sociology. Del secondo panel sulle smart homes, denominato Technological and social infrastructure for the home segnalo l’ultimo intervento sempre di un gruppo di ricercatori di Microsoft Research che hanno condotto anche essi una estesa ricerca etnografica per studiare i comportamenti all’interno di un nucleo famigliare con specifico riferimento alla comunicazione e al posizionamento degli oggetti. Ne sono venuti fuori due prototipi. Il primo è una specie di schermo con supporto della scrittura (dotato di connessione GSM) al quale è possibile inviare messaggi SMS e sul quale è possibile scrivere con la penna sia note che risposte ai messaggi. Il prototipo, a differenza della maggioranza di roba che si vede qui, è stato effettivamente sperimentato nella vita di un certo numero di famiglie. Molto interessante la possibilità di svolgere analisi di queste comunicazioni per comprendere meglio le dinamiche di comunicazione e costruzione dell’identità in un ambito familiare. Il secondo prototipo mostrato riguardava una sorta di bowl (una grossa scodella porta oggetti) dove era possibile posizionare tutta una serie di device tecnologici (come si fa di norma con una serie di oggetti casuali). La scodella mostrata è in grado di catturare i file (foto ed immagini) presenti in questi device (cellulari, macchine fotografiche, etc.) e mostrarli sulla scodella stessa (nella parte interna). Le foto possono inoltre essere manipolate come se se la superficie della scodella fosse un touch screen. Fra le poche cose viste che possono far affermare wow dal punto di vista tecnologico. Poi c’è stata la poster madness dove il valoroso Luca ha difeso il nostro poster nel migliore dei modi possibili considerando il tempo a disposizione (3 minuti), l’audience non proprio avvezza a sentire parlare di ambiente dei sistemi sociali (e neanche di sistemi sociali) ed non ultimo il fatto di aver saputo 10 minuti prima le regole della cosa. Ho girato un piccolo video dell’evento. L’audio è penoso ed il video anche ma ve pubblico lo stesso per dimostrare che Luca si è guadagnato la pagnotta. Ultimo speech della giornata è stato il giapponese Ryohei Nakatsu che ha parlato del ruolo dei robot in un ambiente intelligente. Lui è sembrato un po’ suonato ma l’intervento è stato a tratti esilarante (vedere robottini che fanno il tai-chi non è cosa da tutti i giorni). UPDATE: Il filmato di Luca che presenta il nostro poster è adesso online a quattro metri da Donald Norman.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.