venerdì, dicembre 02, 2005

Fra sociologia e social software

La parola social non è mai stata così di moda nell'ambito delle tecnologie come negli ultimi tempi. Dai social software alle social networks sembra che nessun nuovo progetto informatico possa fare a meno di basarsi sull'analisi delle relazioni per filtrare ed ordinare le informazioni. L'ultimo esempio che mi è capiato di vedere è questo progetto denominato SNARF (the Social Network and Relationship Finder). Si tratta in pratica di un sistema che, utilizzando uno specifico algoritmo, organizza la posta elettronica sulla base di una analisi delle attività di invio/ricezione email svolte con i propri contatti. L'idea alla base è che una email ricevuta da una persona che si conosce abbia una maggiore importanza per noi rispetto ad un messaggio ricevuto da uno sconosciuto. L'oggetto di questo post non è tuttavia SNARF (che per altro non sono riuscito a far funzionare) ma l'uso del termine sociale che viene fatto da parte dell'informatica. Sarebbe interessante svolgere una ricerca sulla semantica di questo termine nei paper pubblicati negli ultimi tempi nei settori dell'informatica e della computer science. Guardando solo alle prime pagine delle pubblicazioni collegate a questo progetto si parla di social salient information, social meta-data e social metrics.
One aspect of meta-data is quantifiable measures we call social metrics. These measurements capture multiple dimensions of the relationship between the user and their correspondents and among the correspondents themselves. Measures like the number of times an author sent mail over a time period, the number of those messages that were replies, and the number of those messages that remain unread can be used for supporting email management.
Anche se ovviamente gli informatici non hanno pretese epistemologiche nei confronti del sociale credo sia importante capire cosa essi intendano con questa parola. Gli scienziati sociali si arrovellano da sempre con questo problema e per questo motivo lascia stupiti vedere come in un altro campo disciplinare si sia trovato un accordo su questa definizione in modo così rapido ed indolore. A ben guardare il sociale, per gli informatici, sembra avere a che fare con le relazioni di tipo comunicativo fra i soggetti. Anzi il sociale è queste relazioni. Non che fra gli informatici ci sia accordo su come queste informazioni devono essere osservate e misurate. Qui ognuno ha il suo diverso algoritmo. Però sanno dove cercare. Questa idea di sociale come rete di relazioni comunicative sarà sempre più spesso incarnata nei nostri software e nei nostri oggetti. Attraverso questo processo questa definizione entrerà a far parte della conoscenza condivisa e sarà comunemente accettata. Quando questo avverrà i sociologi rimarranno le ultime persone al mondo a cercare ancora una definizione di sociale e di società. Essere scavalcati dagli informatici nella definizione del proprio campo disciplinare è una cosa piuttosto straordinaria. Mi sembra di scorgere tuttavia in questo delle analogie con il rapporto fra Intelligenza Artificiale e psicologia a cavallo fra gli anni '50 e '70. Eppure la differenza sta tutta in quella parolina "artificiale". In quel caso, infatti, non si trattava di definire cosa fosse la mente umana. O meglio questa domanda veniva solo dopo. Bisognava capire cosa fosse l'intelligenza umana per poterne fare una artificiale. Qui le cose sono diverse. Non si tratta tanto di sociale artificale quanto di sociale allo stato puro.

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