domenica, novembre 20, 2005

No Paper Project nel 2005

Lo avevamo già notato in tempi non sospetti quando il 2005 sembrava lontano. Nel documento di progetto ancora disponibile online e stilato verso la fine del 2001 è possibile leggere frasi come...
I 15 prescelti andranno a costituire una particolare tipologia di studente on-off line con caratteristiche e possibilità di accesso alle tecnologie che è plausibile ritenere costituiranno la norma negli atenei del 2005.
(...) Lo studente del 2005 La diffusione delle tecnologie e delle possibilità di connessione alla rete modificheranno in modo sostanziale l’esperienza della didattica. Gli studenti parteciperanno alle attività in una modalità mista che abbiamo denominato “on-off line” per sottolineare come il confine fra queste due modalità tenderà, nel futuro, a sfumarsi.
Mi ricordo che discutemmo a lungo se citare o meno il 2005. In genere impegnarsi con una data non è mai saggio quando si parla di tecnologie e Bill Gates ne sa qualcosa... Da quella ricerca, da cui è scaturito un lungo articolo per la rivista Sociologia della Comunicazione, abbiamo imparato molte cose ed individuato altrettanti aspetti da approfondire. Ma una cosa risultava chiara e può essere riassunta così: date un computer connesso ad Internet via wi-fi ad uno studente in aula e quello farà tutto tranne ascoltare il docente :-) Oggi dopo quasi quattro anni si possono iniziare a vedere gli effetti in grande scala di questo fenomeno nelle classi delle università. Lo vediamo da noi in facoltà dove ormai capita con una certa frequenza di vedere gli studenti con i propri notebook wi-fi a lezione. Quello che avviene è ben spiegato in questo bell'articolo pubblicato su Slate. La cosa divertente è che l'articolo è scritto da uno studente durante una lezione. Forse è solo un artificio retorico del giornalista ma il contenuto è reso ancora più interessante perchè costruito da questo punto di vista. Credo che la Continuous Partial Attention sia uno degli aspetti più interessanti da studiare. Sembra evidente che il futuro ci presenterà sempre più spesso l'accesso continuo ad una realtà fatta di bit che contiene un numero infinito di mondi. I mondi fatti di bit e quelli fatti di atomi tenderanno a competere per la nostra attenzione in modo analogo a quello che avviene oggi fra le finestre dei nostri sistemi operativi. Si può ipotizzare che questo porterà ad una sorta di evoluzione della specie che sarà in grado di gestire molto meglio di oggi questa competizione riorganizzando in modo dinamico i flussi di informazione grazie al proprio univoco punto di vista di osservatore. Ma quello che più mi interessa è capire quali saranno i cambiamenti a livello dei sistemi sociali. Per questo motivo trovo molto interessanti le logiche di navigazione nell'informazione supportate dalla socialità. Esiste qualcosa in questo modo di auto-organizzarsi proprio dei social software che può consolidarsi in una evoluzione al livello della struttura del sistema sociale. Sarebbe opportuno concentrarsi su questo aspetto. Si, concentrasi... magari... :-)

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